Ponzano Veneto (TV), 2-3 Giugno 2007
Bilancio ossidativo ed integrazione nutrizionale nelle patologie cronicodegenerative
Dr. Eugenio Luigi Iorio, MD, PhD
Osservatorio Internazionale Stress Ossidativo (Salerno)
Le malattie degenerative costituiscono un gruppo eterogeneo di patologie, ad eziopatogenesi multifattoriale, spesso etichettate come “idiopatiche”, probabilmente correlate ad alterazioni del sistema immunitario, ad accentuazione della risposta infiammatoria e/o a processi infettivi, a decorso subdolo, generalmente cronico e, nella gran parte dei casi, inesorabilmente progressivo .
Target primari di queste complesse malattie sono, con elevata frequenza, il sistema nervoso (es. sclerosi multipla, slerosi laterale amiotrofica, malattia di Alzheimer, malattia di Parkinson, etc.) e l’apparato muscolo-scheletrico (es. distrofie muscolari), sebbene nessun organo possa considerarsi virtualmente “immune” dalle loro più o meno tipiche alterazioni .
Le malattie neurodegenerative, in particolare, sono particolarmente diffuse nell’età avanzata, con proiezioni a dir poco allarmanti . In Italia, per esempio, l’allungamento dell’aspettativa di vita ad 87 anni per la donna e ad 85 per l’uomo lascia prevedere che entro il 2025 si conteranno almeno 3 milioni di persone affette da una forma di demenza e ciò provocherà inevitabilmente una lievitazione della speciale, che andrà ad aggiungersi alla sofferenza dei pazienti e al disagio dei loro familiari. Di qui la necessità di mettere appunto nuove ed efficaci strategie preventive, sui soggetti a rischio, e di trattamento, a malattia conclamata.
In tale contesto, l’applicazione sistematica, sia in vitro che in vivo, di metodiche di separazione cromatografica ad elevata risoluzione (es. high performance liquid chromatography, HPLC) spesso in associazione con specifiche tecniche di rivelazione (es. spettroscopia di risonanza di spin dell’elettrone, spettrometria di massa, spettrofotometria, fluorimetria, etc.), ha iniziato a gettare nuova luce sulle basi biochimiche di un considerevole numero di patologie neurodegenerative, aprendo così la strada all’impiego di trattamenti volti a ripristinare l’equilibrio tra produzione e inattivazione di specie chimiche reattive, alterato in conseguenza del cosiddetto “stress ossidativo”