L’età della vita e le variazioni del fabbisogno vitaminico-minerale

Gli italiani mostrano un interesse crescente nei confronti della salute e del benessere, con una maggiore attenzione a un’alimentazione variata e bilanciata e a stili di vita sani. In questo quadro rientra il tema degli integratori alimentari che, se correttamente assunti, possono costituire un importante supporto a sane abitudini e corretti stili di vita oltre che, in vari casi, un complemento alle prescrizioni mediche. In questo Speciale, Doctor33 si soffermerà, in particolare, sugli integratori multivitaminici e minerali prodotti a base di miscele di vitamine e minerali indispensabili per il funzionamento ottimale dell’organismo; questi vengono consigliati sia per supportare lo stato di salute che colmare stati subcarenziali di vitamine e minerali, dovuti a condizioni patologiche, apporto inadeguato con la dieta, o a un aumento dei fabbisogni in condizioni particolari, come stati di stanchezza e affaticamento, o durante i periodi più caldi.

I micronutrienti essenziali comprendono vitamine e minerali: una vitamina è un composto o un elemento chimico organico (o un gruppo correlato di composti) che l’organismo non è in grado di sintetizzare in quantità sufficiente e pertanto deve essere ottenuto attraverso l’alimentazione (1). Quanto ai minerali (distinti in macroelementi e microelementi o oligoelementi, assunti in quantità di g/die e mg/die, rispettivamente), necessari per dar luogo a un’intera serie di funzioni fisiologiche indispensabili al metabolismo, sono presenti nei normali alimenti, ma spesso una dieta non equilibrata può causarne il ridotto intake, e quindi carenze nutrizionali e malattie. I macroelementi comprendono: calcio, fosforo, potassio, sodio, cloro, magnesio e zolfo. Tra i principali oligoelementi si ricordano: ferro, zinco, rame, cobalto, iodio, fluoro, cromo, manganese, selenio, litio. Le carenze più pericolose riguardano il ferro (anemia), lo iodio (ipotiroidismo) e il calcio (osteoporosi e altri problemi muscolari). (2)

Attualmente sono tredici le vitamine universalmente riconosciute, classificate per la loro attività biologica e chimica (e non per la loro struttura, molto differente). Le vitamine possiedono diverse funzioni biochimiche: alcune come la vitamina D, hanno funzioni simili agli ormoni come regolatori del metabolismo minerale o regolatori della crescita di tessuti e cellule e della differenziazione (come, per esempio, alcune forme di vitamina A). Altre funzionano come antiossidanti (per esempio la vitamina E e la vitamina C (3). Il maggior gruppo di vitamine, le vitamine B, funzionano come precursori per cofattori enzimatici, aiutando gli enzimi nel loro lavoro come catalizzatori nel metabolismo cellulare.

Questo l’elenco completo. Vitamine idrosolubili: B1 (tiamina), B2 (riboflavina), B3 (niacina), B5 (acido pantotenico), B6 piridossina), B7 (biotina), B9 (acido folico), B12 (cobalamina), C (acido ascorbico). Vitamine liposolubili: A (retinolo e carotenoidi), D (cole/ergo-calciferolo), E (tocoferoli), K (fillochinone).

Le vitamine sono essenziali per la normale crescita e per lo sviluppo del feto che inizia a svilupparsi, dal momento del concepimento, grazie alle sostanze nutritive che assorbe. È pertanto necessario che alcune vitamine e minerali (come ferro e zinco) siano presenti in determinati momenti (4). Le carenze nutrizionali più diffuse nei bambini piccoli sono quelle relative al ferro e alla vitamina D. Questi nutrienti facilitano le reazioni chimiche che formano, tra l’altro, la pelle, le ossa e i muscoli. Bisogna prestare attenzione a questi stati carenziali in età pediatrica perchè possono poi portare a condizioni patologiche più gravi. È fondamentale, in questo senso, evitare nei bambini la carenza di vitamina D, calcio e fosforo, essenziali per lo sviluppo fisico del bambino e nel rafforzamento dello scheletro, insieme a un’adeguata esposizione alla luce solare (4). Un adeguato apporto vitaminico inoltre rafforza le difese immunitarie e protegge dalle tipiche e frequenti patologie infettive in età pediatrica. Complessivamente, nelle prime fasi della vita e in tutto il periodo dell’accrescimento è indispensabile garantire l’intero fabbisogno vitaminico, in quanto eventuali singoli deficit potrebbero determinare problemi alla salute potenzialmente severi e non reversibili (4,5). Con la pubertà, e in particolare con la comparsa del menarca nella femmina e dello spermarca nel maschio e lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari, entra in scena la cosiddetta “nutraceutica di genere”. I fabbisogni vitaminici, a seguito dei differenti quadri ormonali e dei loro influssi su vari organi e apparati, si modificano nei due sessi. Nella società attuale, le ragazze tendono ad avere un’alimentazione non equilibrata, con possibili ripercussioni negative sulla regolarità del ciclo mestruale e con la comparsa di anemia carenziale, disturbi della sessualità, depressione e ridotto accrescimento della massa ossea. Il menarca, se associato a ridotto apporto di ferro e di altri micronutrienti associati alla eritropoiesi, quali le vitamine del gruppo B, può portare rapidamente a un’anemia carenziale. L’adolescenza è anche un periodo molto importante per lo sviluppo dello scheletro, che comporta un aumento del fabbisogno di vitamina D e di calcio. L’American Academy of Pediatrics ha pubblicato le raccomandazioni aggiornate (6) per una corretta supplementazione di vitamina D, proponendo come dose giornaliera raccomandata (RDA, Recommended Dietary Allowance) 600 UI per la popolazione pediatrica da 1 a 18 anni. Nel ragazzo adolescente, come nell’uomo in età adulta, per favorire la formazione di spermatozoi vitali e ridurne i danni al DNA esistono evidenze relative all’assunzione di vitamina C, E, zinco e acido folico (7).

Nella donna in età fertile alcune condizioni specifiche possono beneficiare dell’approccio nutraceutico come la dismenorrea, condizione in cui è stato proposto l’uso di integratori alimentari a base di vitamine E, B, C, calcio, magnesio (8). Oppure la sindrome premestruale, in cui vari studi evidenziano la riduzione dei sintomi ricorrendo a vitamina B1 (9), e B6 (10).

Il concepimento, l’impianto e lo sviluppo iniziale della gravidanza, ma anche lo sviluppo placentare, richiedono energia e micronutrienti, tra cui le vitamine (11). Vari studi clinici hanno dimostrato come l’uso di multivitaminici in epoca pre-concezionale sia protettivo nei confronti di patologie gravidiche quali la preeclampsia (12), i rallentamenti di crescita e il parto pretermine (13).

Per quanti riguarda il tessuto osseo, se già in perimenopausa – accanto ai farmaci – si rende necessaria l’integrazione di vitamina D e calcio al fine di contrastare il rischio di sviluppare osteoporosi e conseguentemente il rischio di fratture (una delle più importanti sequele a lungo termine della menopausa), questa integrazione può risultare ancora più utile durante la post-menopausa. È comunque fondamentale sottolineare l’importanza dell’intake di calcio assunto prima di queste fasi della vita in quanto il calcio assorbito viene fissato nelle ossa e previene la predisposizione alla fragilità ossea in menopausa. In età più anziana, la fragilità ossea e il rischio fratturativo nell’uomo assume caratteristiche simili (se non più gravi) di quelle della donna in postmenopausa, rendendo necessario anche in questo caso un adeguato intake di calcio e vitamina D (oltre, naturalmente, ai farmaci prescritti dal medico e a un’adeguata attività fisica) (14).

Dalla SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) sono stati definiti i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana, giunti alla quarta revisione nel 2014 (15). Le tabelle relative al fabbisogno medio di vitamine e minerali, suddivisi per fasce d’età e genere, sono consultabili rispettivamente a questi link: VITAMINE – Fabbisogno medio (AR) (sinu.it) e MINERALI Fabbisogno medio (AR) (sinu.it). In conclusione, emerge quanto sia importante, nella pratica ambulatoriale, investigare lo stato nutrizionale dei pazienti, allo scopo di avere un quadro completo delle condizioni di salute degli stessi.

L’età della vita e le variazioni del fabbisogno vitaminico-minerale (doctor33.it) Riferimenti bibliografici:

1. S. Lieberman & N. Bruning, The Real Vitamin & Mineral Book, New York, Avery Group, 3, 1990.

2. Berger MM, Shenkin A, Schweinlin A, et al. ESPEN micronutrient guideline. Clin Nutr. 2022;41:13571424.

3. David A. Bender, Nutritional biochemistry of the vitamins, Cambridge, Cambridge University Press, 2003.

4. Ministero della Salute – Età pediatrica. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_1000_listaFile_itemName_6_file.pdf

5. Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – Vitamine del Gruppo B. Vitamine del gruppo B – Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (ospedalebambinogesu.it)

6. American Academy of Pediatrics. Dietary reference intakes for calcium and vitamin D. Pediatrics.

2012; 130: 1424.

7. Schmid TE, Eskenazi B, Marchetti F, Young S, Weldon RH, Baumgartner A, Anderson D, Wyrobek AJ.

Micronutrients intake is associated with improved sperm DNA quality in older men. Fertil Steril. 2012 Nov;98(5):1130-7.e1. doi: 10.1016/j.fertnstert.2012.07.1126.

8. Barnard N, Scialli AR, Hurlock D, Bertron P. Diet and sex-hormone binding globulin, dysmenorrhea, and pre- menstrual symptoms. Obstet Gynecol. 2000; 95: 245-50.

9. Abdollahifard S, Rahmanian Koshkaki A, Moazamiyanfar R. The effects of vitamin B1 on ameliorating the premenstrual syndrome symptoms. Glob J Health Sci. 2014; 6: 144-53.

10. Ebrahimi E, Shiva Khayati Motlagh, Sima Nemati, Zohreh Tavakoli. Effects of magnesium and vitamin b6 on the severity of premenstrual syndrome symptoms. J Caring Sci. 2012; 1: 183-9.

11. Cetin I, Berti C, Calabrese S. Role of micronutrients in the periconceptional period. Hum Reprod Update. 2010; 16: 80-95.

12. Bodnar LM, Tang G, Ness RB, Harger G, Roberts JM. Periconceptional multivitamin use reduces the risk of preeclampsia. Am J Epidemiol. 2006; 164: 470-77.

13. Catov JM, Bodnar LM, Ness RB, Markovic N, Roberts JM. Association of periconceptional multivitamin use and risk of preterm or small-forgestational-age births. Am J Epidemiol. 2007; 166: 296-303.

14. Johnston CB, Dagar M. Osteoporosis in Older Adults. Med Clin North Am. 2020 Sep;104:873-884.

doi: 10.1016/j.mcna.2020.06.004.

15. SINU. Tabelle LARN 2014. https://sinu.it/tabelle-larn-2014/ Nutrizione e benessere

Uno dei principali motivi per cui le persone sane assumono un integratore alimentare è, oltre alla prevenzione di possibili malattie, il recupero e il mantenimento di energia psico-fisica e, quindi, di una condizione di benessere. Spesso sono soggetti che lamentano un generico affaticamento (fatigue), soprattutto muscolare, non raramente a seguito di un periodo di convalescenza, dopo un periodo debilitante di malattia (1).

La causa più frequente di fatigue è comunque uno squilibrio della dieta. Tale squilibrio, anche per quanto riguarda i micronutrienti (vitamine e minerali), con conseguenti carenze, viene indicato come uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di diverse condizioni di disturbo e malattia (2). Occorre sottolineare che l’OMS raccomanda un consumo giornaliero di almeno 400 grammi di frutta e verdura, corrispondente a circa 5 porzioni, come obiettivo minimo di salute pubblica, permettendo di mantenere i valori appropriati di micronutrienti e prevenire le malattie croniche associate principalmente all’età adulta (per es. patologie cardiovascolari, neoplastiche).

I dati epidemiologici pubblicati Istituto Superiore di Sanità rivelano che soltanto l’8% degli italiani consuma frutta e verdura cinque volte al giorno. Secondo dati ISTAT, facendo una media sul consumo di frutta, ortaggi e verdura della popolazione generale tenendo conto delle porzioni consumate emerge che: il 18% consuma una sola porzione, il 75% consuma dalle 2 alle 4 porzioni il 5% consuma 5 porzioni. Ne consegue che solitamente la somministrazione di dosi di vitamina, tramite l’alimentazione o integratori specifici, è sufficiente a eliminare i sintomi della ipovitaminosi (2).

Nei frequenti casi di carenza di micronutrienti da deficit nutrizionali, una risorsa appropriata è costituita dagli integratori multivitaminici – multiminerali. Vitamine e minerali, infatti, sono fondamentali per gli esseri umani in quanto svolgono ruoli essenziali in una varietà di percorsi metabolici di base che supportano le funzioni cellulari fondamentali. In particolare, il loro coinvolgimento nel metabolismo energetico, nella sintesi del DNA, nel trasporto di ossigeno e nelle funzioni neuronali li rende critici per la funzione cerebrale e muscolare. Questi, a loro volta, si traducono in effetti sui processi cognitivi e psicologici, tra cui l’affaticamento mentale e fisico (1).

L’associazione di molteplici vitamine e minerali assicura il beneficio maggiore, in quanto si attuano sinergie tra i componenti. Nel contrasto alla stanchezza, le vitamine del gruppo B sono fondamentali – soprattutto nel favorire la trasformazione degli alimenti in energia, garantendo un corretto svolgimento delle funzioni cerebrali e muscolari – ma un ruolo importante è svolto anche dalla vitamina C così come da minerali quali ferro, magnesio e zinco (1, 3).

Un esempio rilevante di come l’apporto di un micronutriente determini un effetto benefico più ampio rispetto alla sola integrazione del micronutriente stesso è dato dalla cosiddetta “trappola dei folati”, meccanismo che può portare a disturbi di tipo ematico e neurologico: quando vi è carenza di vitamina B12, viene indotta anche una carenza secondaria di folati (acido folico o vitamina B9) i quali restano bloccati in una forma metilata e non sono riportati alla forma funzionale demetilata (4).

Inoltre, le vitamine sono strettamente associate con le funzioni metaboliche dei minerali. È ben noto che una carenza vitaminica può interferire con l’utilizzo o l’assorbimento dei minerali e che un’integrazione vitaminica può essere richiesta anche per correggere un deficit di sali minerali. Un classico esempio di necessità vitaminiche coesistenti a deficit minerali è dato dal rachitismo (vitamina D, calcio, fosforo). La vitamina C e/o la vitamina B6 e la vitamina A spesso sono necessarie per correggere un’anemia da carenza di ferro che non potrebbe rispondere alla sola integrazione di ferro. Un deficit di zinco può essere correlato a una carenza di vitamina A che potrebbe non rispondere alla sola integrazione di vitamina A in quanto lo zinco è necessario per la mobilizzazione della stessa vitamina A immagazzinata nel fegato (5).

Da segnalare, ancora, come un’integrazione di vitamine del gruppo B può svolgere un importante ruolo preventivo nei confronti della depressione e del decadimento cognitivo (6). Un organismo in salute, infine, è garantito da una buona efficienza del sistema immunitario, fondamentale nel salvaguardare da infezioni del tratto gastrointestinale: un’azione assicurata da adeguati livelli sierici di 25-idrossiviitamina (vitamina D) (7).

Nel complesso, le molteplici funzioni benefiche degli integratori multivitaminici e multiminerali possono essere indicati in tutte le persone con fatigue. Anche per questo motivo è importante informarsi sulla dieta seguita e mantenersi aggiornati sulle evidenze di letteratura, così da poter individuare e correggere eventuali carenze nutrizionali mediante un’appropriata integrazione alimentare.

Riferimenti bibliografici:

1. Tardy AL, Pouteau E, Marquez D, Yilmaz C, Scholey A. Vitamins and Minerals for Energy, Fatigue and Cognition: A Narrative Review of the Biochemical and Clinical Evidence. Nutrients. 2020;12(1):228.

2. Ipovitaminosi e abitudini alimentari dei consumatori. Edra, Milano.

3. S. Lieberman & N. Bruning, The Real Vitamin & Mineral Book, New York, Avery Group, 3, 1990.

4. Shane B, Stokstad EL. Vitamin B12-folate interrelationships. Annu Rev Nutr. 1985;5:115-41. doi:

10.1146/annurev.nu.05.070185.000555.

5. Watts DL. Nutrient Interrelationships. Minerals – Vitamins – Endocrines. J Orthomolecular Med.

1990;5:11-9.

6. Mikkelsen K, Stojanovska L, Apostolopoulos V. The Effects of Vitamin B in Depression. Curr Med Chem. 2016;23(38):4317-4337.

7. Charoenngam N, Holick MF. Immunologic Effects of Vitamin D on Human Health and Disease. Nutrients. 2020 Jul 15;12(7):2097.


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