Il DNA non è il tuo destino

Attraverso il capello, il test epigenetico consente in 12 minuti esatti di avere uno screening completo dell’organismo

Minerali, aminoacidi, vitamine, antiossidanti, interferenze ambientali (metalli pesanti e fattori di rischio), campi elettromagnetici, stato dOltre il 90% della tua salute e del tuo benessere dipendono da fattori ambientali: l’EPIGENETICA

63 anni fa, quando fu individuata la doppia elica del DNA, scattò l’emozione di avere scoperto il codice della vita. Per tanto tempo, quello fu considerato il nostro hardware, pressoché immutabile. La sua codificazione, la mappatura, avvenuta nel 2000, doveva essere la panacea, ma così non è stato.

Già nel 2010 Time magazine titolava “DNA is not your destiny”. Ovvero, il DNA non è il tuo destino.

Perché nell’incessante percorso che accompagna la scienza, una branca di essa è andata oltre il DNA, scoprendo che quell’insieme di caratteri ereditari non è il nostro destino in senso deterministico! O meglio lo è in piccola parte, diciamo un 2%. Il restante 98% è modificabile, nel senso che l’espressione dei nostri geni muta. Cosa la fa mutare? L’ambiente. Vale a dire come ci alimentiamo, come viviamo, come pensiamo.
IL software della vita si chiama epigenetica. E lo scriviamo noi.
Il modo in cui i nostri caratteri ereditari si manifestano cambia a opera dei fattori ambientali! Questo, è il terreno della nuova frontiera della scienza, ovvero dell’epigenetica.
In pratica, se il genotipo è l’hardware il fenotipo è il software. E la decisione di come gestirlo, è nelle nostre mani.

Cosa stiamo affermando?

Che la nostra salute, il modo in cui invecchiamo, dipende per oltre il 90% da noi.
Dal nostro epigenoma. Nutrizione, gestione mentale e relazionale, allenamento, stile di vita sono il viatico che ci può garantire -o che può invalidare- lo stato di salute.

Perché l’epigenetica è così importante?

Il corpo umano è composto da trilioni di cellule. Ogni cellula ha il proprio genoma, rappresentato da DNA e geni, che sono “impacchettati” in 44 autosomi e 2 cromosomi sessuali. Il genoma umano è composto da 25.000 geni e oltre 150.000 proteine.
Il genoma non risponde a tutte le domande sullo stato di salute di un individuo, poiché i geni codificanti costituiscono dal 2 al 3% dell’intero DNA. Il resto è indicato come DNA non codificante e rappresenta fino a oltre il 90% del nostro sé fisico.
La sequenza del DNA costituisce la sostanza fondamentale del gene ed è responsabile della trasmissione dei caratteri ereditari.
Essa rimane immutata, ma l’aggiunta di gruppi chimici o piccole proteine in posizioni specifiche accende o spegne l’espressione dei geni.
Il termine epigenoma indica l’insieme delle modificazioni molecolari che controllano l’espressione dei geni.
In pratica, l’epigenoma è il genoma che ha subito una modificazione a opera dell’ambiente.
Con una metafora, potremmo dire che il nostro DNA è l’impianto elettrico e che dipende da noi accendere o spegnere l’interruttore di ogni gene.

Per questo, il DNA non è il tuo destino.

Test epigenetico: la nuova frontiera della scienza parte dal capello.
Esiste un test in grado di mappare oltre 800 marker epigenetici.

Si chiama test del bulbo capillare e si basa su un’apparecchiatura che costituisce il risultato della fisica applicata alla medicina: SDrive.
Perché, i capelli? Perché essi sono i bio-marcatori più potenti del nostro corpo. Nei bulbi hanno sede le cellule, come in ogni parte del corpo.
Ma il capello è in grado di registrare fattori che non si ritrovano altrove, se non attraverso esami molto complessi.

Qualche esempio?

L’urina è valida solo da 12 a 24 ore e rivela quali minerali vengono espulsi dal corpo, NON ciò che viene assorbito per la combustione cellulare.
Le feci non hanno alcuna correlazione diretta con lo specifico contenuto di minerali nelle cellule.
La saliva è utile per i test ormonali ma non è correlata allo specifico contenuto di minerali nelle cellule.
Il sangue non sempre fornisce una misura della nutrizione basale.
Può fornire indicazioni su allergie o su patologie ma è poco indicato per le richieste nutrizionali.
I globuli rossi offrono un quadro approssimativo dello status minerale. Il sangue non trattiene e non mostra i livelli tossici di metalli pesanti a lungo termine, né ci dice quante tossine si accumulano nella parte esterna del corpo.
el sistema cerebrale, endocrino, immunitario, gastro intestinale.
Il test epigenetico del bulbo capillare fa qualcosa che NESSUN ALTRO TEST è in grado di fare: rileva ciò che non va nel sistema corpo a livello energetico, oltre che biologico e chimico, evidenziandoci gli alimenti che riducono l’entropia e rendono difficile produrre l’energia necessaria per un benessere ottimale.
Il tuo destino non è nel DNA, per il buon 90%, ma nel tuo stile di vita!

Siamo esseri bio risonanti: l’unione fra medicina e fisica
Prima di Albert Einstein, il concetto di massa era legato esclusivamente al peso del corpo.
Successivamente, con Einstein e i grandi fisici dell’800, si arriva alla scoperta che la massa ha un’energia ad essa proporzionale, espressa attraverso un’onda elettromagnetica a frequenza caratteristica.
Di conseguenza, ogni corpo, essendo formato da masse di natura diversa, vibra a uno spettro di frequenze.
Il termine risonanza è legato al fatto che i nostri organi obbediscono a variazioni di campo elettromagnetico, fatto che sperimentiamo in modo evidente durante una risonanza magnetica.

Quindi, possiamo affermare che il nostro corpo è un insieme di circuiti risonanti in grado di ricevere informazioni dall’esterno, oltre che a generarne dall’interno.

Infatti se esaminiamo le nostre cellule, vedremo al loro interno un nucleo, entro il quale si trova il DNA, rappresentato con una doppia elica: questo null’altro è che un circuito oscillante in grado di generare onde elettromagnetiche.
Ogni parte del corpo emette frequenze
Ogni elemento che entra in contatto con noi ha una frequenza con cui entriamo in risonanza.

I capelli le registrano tutte!

La fisica, grazie al dispositivo S Drive, ci consente, attraverso i capelli, di leggere lo spettro di frequenze comunicato dai capelli e fotografa lo stato esatto del nostro corpo nel momento in cui i tre o quattro bulbi vengono prelevati.

Perciò, ora sai che il DNA non è il tuo destino, che il tuo stato di salute dipende per oltre il 90% da come mangi, come pensi, come vivi e che esiste uno strumento per mappare in 12 minuti tutto il tuo organismo, benessere delle cellule compreso!

Come funziona SDrive: l’unione fra bio-chimica e bio-fisica al servizio della medicina
Come abbiamo spiegato, attraverso le parole del fisico e medico Pier Giorgio Spaggiari, siamo esseri risonanti (non a caso possiamo leggere il corpo con la risonanza magnetica) e nelle nostre cellule abbiamo un’antenna potente, il DNA!

Il DNA non è il tuo destino ma è un’antenna potente, in comunicazione con l’esterno per oltre il 90% di quei fattori che non sono immutabili. Ovvero, possiamo determinare se farli esprimere o tenerli latenti.

La bobina posta nel dispositivo SDrive capta tutti i dettagli delle frequenze organizzate in una curva, dove ogni punto corrisponde a un elemento ben preciso. E poi le raffronta con valori benchmark.

Un esempio pratico? Se io mangio un pomodoro, quell’ortaggio avrà una sua massa, una energia, una frequenza che io assorbirò. La scienza ci consente di verificare se quella frequenza è risonante con il nostro sistema corpo in modo positivo o no.
Possiamo leggere ogni cosa: non solo l’incidenza degli alimenti -e avere quindi una tabella nutrizionale perfetta per 90 giorni- ma vitamine, minerali, aminoacidi, sostanze tossiche, metalli pesanti.
Dal test del bulbo è possibile verificare se il nostro sistema endocrino, cardio vascolare, cerebrale, intestinale, sono in equilibrio.
Si tratta di una gigantesca e perfetta “fotografia” in grado di dare un quadro di insieme e non di leggere le pagine a pezzi.
In questo modo, risulta evidente dove l’organismo è in squilibrio, dove vi è il rischio di patologia, dove invece le cose funzionano.
E soprattutto, quali alimenti sarà meglio evitare e quali favorire di lì ai successivi 90 giorni.

Come asserisce il fisico e medico Pier Giorgio Spaggiari, il grande limite della medicina è sempre stato quello di non considerare gli aspetti bio-fisici senza i quali nessuna reazione chimica potrebbe avvenire nel nostro corpo. E senza considerare i quali non si può arrivare a un quadro completo del sistema uomo. “Quando andiamo a farci un elettrocardiogramma, raramente ci domandiamo a cosa servano quegli elettrodi sul petto. E che tipo di energia misurino.

Noi sentiamo il battito del cuore ma non percepiamo la corrente, caratterizzata da una grandezza fisica chiamata frequenza (ovvero il numero dei battiti al secondo). In realtà il tracciato che noi riceviamo rappresenta l’andamento del campo elettrico emesso dal cuore”.

Ora, la scienza ci consente di applicare lo stesso principio a ogni parte del corpo e di leggere tutte le informazioni possibili attraverso il bulbo capillare.
La nuova medicina, in questo modo, potrà avere un’anamnesi approfondita. E conseguire una diagnosi tridimensionale preziosa per un approccio clinico integrato.

L’epigenetica è preziosa perché siamo esseri in continua evoluzione!
Un gruppo di ricercatori svedesi dell’Istituto Karolinska di Stoccolma, guidato da Jonas Frisén, ha dimostrato che la maggior parte delle cellule nel corpo ha meno di 10 anni. Inoltre, il gruppo ha anche scoperto il motivo per cui le persone si comportano secondo la loro età di nascita anziché secondo l’età fisica delle loro cellule: perché pochi tipi di cellule corporee durano dalla nascita alla morte senza rinnovarsi.
Le cellule epidermiche, che formano la pelle del corpo facilmente danneggiabile, si rinnovano ogni due settimane circa. I globuli rossi, in costante movimento nel proprio viaggio attraverso il sistema circolatorio, durano solo 4 mesi.
Per quanto riguarda il fegato, il disintossicante del corpo umano, la vita delle sue cellule è piuttosto breve – la cellula del fegato umano adulto ha un periodo di rigenerazione compreso tra i 300 e i 500 giorni. Le cellule che rivestono la parete dell’intestino, che secondo un altro metodo durano solo cinque giorni, sono tra quelle che hanno il ciclo di vita più breve in tutto il corpo.
E secondo lo studioso l’età media di tutte le cellule nel corpo di un adulto potrebbe andare dai 7 ai 10 anni.
Allora perché se il corpo continua ad essere in grado di rinnovare i suoi tessuti così bene, la rigenerazione non continua per sempre? Alcuni scienziati credono che questo possa essere spiegato con l’accumulazione delle mutazioni nel DNA, che progressivamente perde le sue informazioni. Un’altra teoria accusa il DNA del mitocondrio, che non possiede i meccanismi di riparazione disponibili per i cromosomi, mentre una terza teoria ipotizza infine che le cellule staminali, che sono la fonte delle nuove cellule in ogni tessuto, con l’avanzare dell’età crescano deboli.
Un altro studio emblematico è quello pubblicato sulla rivista Molecular Metabolism del Centro per la Ricerca Metabolica dell’Università di Copenhagen che getta nuova luce sugli effetti dell’attività fisica sull’organismo.
Oltre la retorica, e ben oltre gli importanti aspetti relazionali e ricreativi di sport ed attività fisica, gli scienziati stanno dimostrando che un allenamento costante può addirittura modificare parte del nostro DNA!

Il DNA non è il tuo destino: pensate che un’attività fisica regolare, secondo i ricercatori di Copenhagen, “diminuisce i rischi legati a malattie cardiovascolari, al diabete e anche ad alcune particolari condizioni neurologiche”.

Ma come può l’allenamento modificare il DNA? Gli effetti benefici dell’esercizio sull’organismo, secondo la ricerca, sono in parte guidati dall’adattamento del tessuto muscolo scheletrico.
Il muscolo scheletrico non è altro che il tessuto muscolare che permette i movimenti del corpo: costituisce oltre il 40% del peso dell’intero corpo umano e consuma circa il 30% delle energie del corpo.
Il tessuto muscolo scheletrico costituisce l’apparato muscolare del corpo insieme ad altri due tipi di muscoli, quelli lisci e quelli cardiaci, il cui funzionamento è di tipo involontario. A quanto pare, il tessuto muscolo scheletrico è in grado di adattarsi agli “atteggiamenti” dell’organismo in maniera così rilevante da modificare parte dell’espressione dei nostri geni.
Oltre alle modifiche dirette alle cellule muscolari, infatti, l’esercizio costante produce importanti effetti sull’intero organismo, coinvolgendo cervello, fegato e tessuto adiposo in un “meccanismo di adattamento ancora poco conosciuto”.
L’analisi dei tessuti muscolari degli otto giovani volontari osservati ha dimostrato che esiste la possibilità di “migliorare” la propria impronta epigenetica proprio grazie all’esercizio fisico.
I ricercatori hanno osservato infatti che la struttura di molti intensificatori di geni, dopo le sei settimane di allenamento intensivo, è risultata alterata.

DNA “spazzatura”? Non diremmo!
Oggi sappiamo che l’espressione genetica è influenzata dai segnali informativi ricevuti dall’ambiente da DNA non codificante: quello fino a ieri chiamato DNA spazzatura!

Segnali dannosi provenienti dall’ambiente causano disarmonia, quindi il corpo umano risponde di conseguenza cambiando il fenotipo! Senza alterare il genotipo. Questo cambiamento si riflette nella nostra fisiologia.

Questi segnali includono informazioni dall’aria che respiriamo, dal cibo che mangiamo, dall’impatto dell’ambiente elettromagnetico e persino dai 50.000 pensieri che abbiamo al giorno.
Come spiega il fisico Guido Paoli, il dogma centrale della biologia molecolare vede il DNA come un monolite: un’elica che si apre a segmento quando arriva l’RNA messaggero, il cui compito è fare una copia di quella parte.
“Ma cosa induce il DNA ad aprire proprio quella sequenza per creare una proteina? L’ RNA si forma sopra alla parte che si è aperta, poi va a portare le informazioni per la traduzione dei messaggi necessari a costruire le proteine nelle cellule”.
Come fa il DNA a sapere quali proteine far sintetizzare? “Uno stesso gene può sequenziare proteine diverse o più varianti morfologiche: in alcuni insetti un gene codifica quattromila varianti!
Da un punto di vista chimico non c’è risposta” prosegue Paoli.
Se allunghiamo il DNA, che più o meno misura due metri la parte codificante (predisposta per costruire le proteine) copre fra il 2 e il 10% del totale. Quindi, 4 e 10 cm su 2 metri. Il restante 90, 98% di DNA che sembra non faccia nulla.
Nel secolo scorso venne definito “spazzatura”. Ma è raro che la natura faccia qualcosa di inutile…

“Nel 94, sei anni prima del sequenziamento del DNA, uscì un lavoro che correlava il linguaggio e il DNA stesso. Ne risultò che la parte non codificata è più simile al linguaggio naturale rispetto al DNA codificato.
Venne evidenziato che le regioni non codificanti hanno un’entropia maggiore delle regioni codificanti -prosegue Paoli. Se questa intuizione fosse confermata ci rivelerebbe che il cosiddetto DNA spazzatura in realtà comunica con tutto il citoplasma! E che ha un ruolo essenziale del determinare quali proteine creare”.

Il DNA non è il tuo destino! L’epigenetica è il software della vita e il programma…lo scrivi per oltre il 90% tu.

1)Epigenetics of aging and aging associated diseases
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwjqzMaX2P33AhXClf0HHS-nBbgQFnoECAcQAw&url=https%3A%2F%2Fpubmed.ncbi.nlm.nih.gov%2F33401659%2F&usg=AOvVaw140Oigg8U8PUC591t-CXSW
2)L’attività fisica può riscrivere parte della nostra genetica
https://tecnologia.libero.it/e-ufficiale-lattivita-fisica-puo-riscrivere-parte-della-nostra-genetica-47764
3)Nature. Epigenetics, a science of Heritable Biological Adaptation
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwjQ9pWA2f33AhXH8LsIHecUC48QFnoECAMQAQ&url=https%3A%2F%2Fwww.nature.com%2Farticles%2Fpr2007123&usg=AOvVaw0Q_151PThimXKiOrE3hq00
4)Epigenetics: the Science of change
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwjQ9pWA2f33AhXH8LsIHecUC48QFnoECA4QAQ&url=https%3A%2F%2Fwww.ncbi.nlm.nih.gov%2Fpmc%2Farticles%2FPMC1392256%2F&usg=AOvVaw2jBn8LuKXFyyrjilyhm2SM
5)Longitudinal Analysis of biomarker data from a personalized nutrition platform in healthy subjects
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwjv4PPM2f33AhUsh_0HHc05C_oQFnoECA4QAQ&url=https%3A%2F%2Fwww.nature.com%2Farticles%2Fs41598-018-33008-7&usg=AOvVaw0WsDg8Jhlz5OBVtGvXki6b
6)Human Hair follicle transcriptome profiling
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwik7oD52f33AhVYhf0HHW6yAEsQFnoECAYQAw&url=https%3A%2F%2Fpubmed.ncbi.nlm.nih.gov%2F29212859%2F&usg=AOvVaw0X3JHoogGFc0G_mPoDfi6f
7) Most cells are younger than the individual
https://cordis.europa.eu/article/id/24286-life-span-of-human-cells-defined-most-cells-are-younger-than-the-individual/it
8)Linguistic features of noncoding DNA sequences
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwilkuua3P33AhW3R_EDHfClDJ4QgAMoAXoECAEQAw&url=https%3A%2F%2Fscholar.google.it%2Fscholar_url%3Furl%3Dhttp%3A%2F%2Fsansan.phy.ncu.edu.tw%2F~hclee%2Fref%2FMantegna_prl74.pdf%26hl%3Dit%26sa%3DX%26ei%3D2byPYtrrHoqSy9YP7Iqg8A8%26scisig%3DAAGBfm04F9EMiw4eaYzLyvUaX_1udUHoYA%26oi%3Dscholarr&usg=AOvVaw31A3hOb12Krerj9i-myi-u

Bottaccioli, Francesco, Epigenetica e psiconeuroendocrinoimmunologia, Edra-LSWR, Milano, 2015, p. 49
Perlmutter, David, Epigenetics as fuel for brain health, in << Alternative and Complementary Therapies>> 1 febbraio 2013, p. 1.
Fuso, Andrea, “Aging and disease: the epigenetic bridge” in Tollefsbol, Trygve (a cura di), Epigenetics in human disease, vol. 6, Academic Press, 2018, capitolo 26, pp. 519-544.
Alam, S.E. et al., Nutritional aspects of epigenetics inheritance, in << Can. J. Phsysiol. Pharmacol .>>, vol.
90, 2012, pp. 989-994; Dauncey, M,J., Genomic and epigenomic insights into nutrition and brain disorders, in << Nutrients>>, vol. 5, 2013, pp. 887-914.

 


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