I pensieri negativi accelerano l’invecchiamento?

Pensa positivo è una frase che viene detta spesso. Ed è effettivamente molto importante. Come pensiamo fa parte dell’impatto epigenetico, ovvero è uno dei come fattori che influenzano la nostra espressione genica.

Un pensiero negativo caricato di emozioni basse –rabbia, tristezza, paura, ansia-  non è affatto innocuo: genera una cascata fisio patologica, come spiega la dottoressa Silvia Di Luzio, specialista in cardiologia, senior researcher associate alla Northwestern University di Chicago, mental coach di diverse metodologie ed esperta di Multiple Brain Interaction Tecnique.

Le ricadute sulle nostre cellule sono tali da produrre conseguenze negative anche sul processo di invecchiamento, che come ogni cosa è in gran parte epigenetico, ovvero ambientale.

Un pensiero negativo può influenzare la produzione di immunoglobuline!

Ecco un piccolo esempio, portato da Silvia di Luzio:

Emozioni basse come paura e rabbia fanno abbassare le immunoglobuline di tipo A, che proteggono dalle infezioni virali.

Allo stesso modo, se ripensiamo alla cosa negativa, il crollo delle immunoglobuline avviene lo stesso e si protrae per mesi.

Gratitudine e gioia fanno salire  le IgA, il principale anticorpo nelle membrane della mucosa del tratto gastrointestinale e di quello respiratorio, nonché nella saliva e nelle lacrime.

I pensieri negativi non sono solo fonte di depressione immunitaria ma di invecchiamento, perché la loro ricaduta bio chimica influenza anche le nostre cellule.

Più stress emotivo, meno ossigeno alle cellule

Lo stress emotivo portato dai pensieri negativi porta al meccanismo cortisolo-adrenalina e ai suoi effetti nefasti.  Che sono, come riassume Silvia di Luzio, “vasocostrizione, minor circolazione capillare, minor presenza di ossigeno nelle nostre cellule”. Meno ossigeno alle cellule significa favorire l’insorgere di patologia e invecchiamento.

La qualità delle emozioni che abbiamo –nonché dei pensieri che le generano determina la presenza di maggior o minor energia

prosegue Di Luzio, che è esperta della coerenza cuore –cervello, determinante per il benessere. L’energia dei due apparati dovrebbe essere in risonanza: anche perché il cuore ha un campo magnetico e un campo elettrico molto più ampi del cervello e una sfasatura a livello cardiaco ha pesanti ricadute anche sull’attività cerebrale.

Le  emozioni basse, soprattutto la rabbia,  portano il cervello a funzionare in maniera differente

Quando si è in preda delle emozioni basse, il cervello è sequestrato dall’amigdala, il centro delle emozioni. Quelle basse, come la rabbia,  inibiscono le funzioni della corteccia cerebrale. Entrano in gioco le funzioni del cervello rettile che presiedono a paura, piacere e potere. Il cervello entra in modalità sopravvivenza per risparmiare energia, come davanti a un forte pericolo.

In sostanza, si interrompe il meccanismo del pensiero profondo, creativo, che è energivoro ed entra il pilota automatico del cervello rettile, quello votato alla risposta al pericolo e alla sopravvivenza.

L’impatto epigenetico dei pensieri negativi

Pensieri negativi e conseguenti emozioni basse riducono l’apporto di ossigeno alle nostre cellule perché anche la respirazione muta, insieme all’assetto generale del sistema corpo.

Per produrre buona energia dobbiamo avere un pensiero calmo. Quando la respirazione è calma,   le onde cerebrali rallentano. Anche  cortisolo e adrenalina diminuiscono, mentre aumentano ossitocina, triptammina e Dhea, ovvero l’ormone della giovinezza

Il cervello consuma circa il 20% dell’ossigeno che serve al nostro organismo e uno stato di negatività, ovvero di stress emozionale, portano più facilmente a mancanza di questo prezioso combustibile a livello cellulare.  Anche qui, con effetti profondi su salute e invecchiamento.

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Difendere il benessere delle nostre cellule è il primo passo verso uno stato di salute e di maggiore giovinezza.

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