Se dovessimo enumerare i nove pilastri dell’invecchiamento, la lista sarebbe facile:
instabilità genomica
logoramento dei telomeri
alterazioni epigenetiche
perdita di proteostasi
senescenza cellulare
esaurimento delle cellule staminali
sensing dei nutrienti deregolato
disfunzione mitocondriale
Ma gran parte di questi fattori sono epigenetici, ovvero ambientali, ovvero….controllabili
L’espressione genica dipende per il 98% da fattori ambientali. E possiamo porre in essere azioni precise per tutelare la salute dei nostri mitocondri, per ridurre la senescenza cellulare, per ritardare il logoramento dei telomeri.
I telomeri sono “cappucci” protettivi posti alle estremità dei cromosomi: ogni volta che le cellule si dividono, essi si accorciano un po’. Ad esempio, vari studi hanno dimostrato telomeri più corti nei bambini esposti all’inquinamento.
Le nostre cellule si riprogrammano ogni giorno: per sensing dei nutrienti si intende il processo attraverso il quale le cellule rilevano e rispondono alla presenza di nutrienti come zuccheri, amminoacidi e grassi, regolando di conseguenza il metabolismo.
Ad esempio, la proteostasi è il processo che mantiene l’equilibrio e la funzionalità delle proteine nella cellula.
Conosciamo bene i pilastri su cui si basa l’invecchiamento: il punto cruciale è come sgretolarli.
Come sgretolarli: fino a che punto il controllo è nelle nostre mani?
Cos’è quel processo che definiamo invecchiamento? L’invecchiamento può essere definito come una risposta rallentata alle sfide ambientali. Dipende sicuramente da fattori ormonali, che iniziano a degradare già verso i 30 anni.
Quella è l’età soglia per i mutamenti all’interno di un altro elemento essenziale dell’invecchiamento: i mitocondri.
I mitocondri sono organelli presenti all’interno delle cellule, da cui dipende la trasmissione del DNA mitocondriale, la produzione di energia, l’efficienza delle cellule.
Inoltre, i mitocondri hanno meccanismi di difesa contro uno degli attori principali dell’invecchiamento, lo stress ossidativo. Gli enzimi catalasi e superossido dismutasi sono i soldati del mitocondrio contro lo stress ossidativo, che subentra con l’eccesso di radicali liberi e di ROS (specie reattive dell’ossigeno).
Di norma, proprio a partire dai 30 anni, il livello di antiossidanti presenti nei mitocondri diminuisce, circa il 10% per decennio. Perciò, il patrimonio antiossidante è essenziale per sgretolare i pilastri dell’invecchiamento.
Per sgretolare i pilastri dell’invecchiamento bisogna tenere sane le cellule
Il mantenimento in buona salute del mitocondrio e la sua funzione sia essenziale per la longevità delle cellule e, dunque, per il benessere del nostro corpo.
Nel momento in cui i mitocondri non svolgono la loro normale funzione, è impossibile non farci caso.
Il nostro sistema immunitario si indebolisce, ci sentiamo meno energici, ci risulta più difficoltoso riprenderci da malattie e appariamo più vecchi, perché di conseguenza anche le cellule della pelle non riescono più a produrre abbastanza elastina e collagene.
In sostanza, accelera il processo di senescenza: non a caso, la salute mitocondriale è fra i nove pilastri dell’invecchiamento. Che, non dimentichiamo, parte dalle cellule!
Quando l’energia viene meno, le cellule non lavorano come dovrebbero, ha inizio un lento decadimento che può essere chiamato anche invecchiamento cellulare.
Combattere lo stress ossidativo, fare esercizio fisico e ossigenare le cellule!
I nostri nemici sono noti. In primis, lo stress ossidativo, che potremmo semplificare definendolo un eccesso di radicali liberi.
Quando le difese naturali risultano abbassate, i radicali liberi possono danneggiare non solo le cellule, ma i mitocondri stessi fino a compromettere irreversibilmente il loro DNA.
L’attività fisica di tipo aerobico è essenziale, perché stimola le sirtuine, proteine in grado di prolungare notevolmente la vita delle cellule. Le sirtuine controllano alcuni degli enzimi chiave coinvolti nella respirazione mitocondriale.
Anche la riduzione calorica stimola le sirtuine: la riduzione dell’intake calorico, anche del 30-40% rispetto al fabbisogno normale, genera una condizione di stress metabolico per le cellule, che attiva le sirtuine mitocondriali (in particolare Sirt3 e Sirt4).
Queste stimolano la produzione di Nicotin-Amide Dinuclotide (NAD) che a sua volta favorisce la rimozione di gruppi acetilici e scarti tossici, proteggendo le cellule da invecchiamento e morte.
Infine: ossigenare le cellule. Possiamo farlo, grazie alla nutraceutica e grazie a un prodotto straordinario, CELLFOOD®.
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In questo modo, abbatteremo significativamente i nove pilastri dell’invecchiamento, accrescendo la longevità delle cellule e dell’intero organismo.
La meraviglia chiamata CELLFOOD®
CELLFOOD® è un integratore alimentare multifunzionale di natura colloidale capace al contempo di abbattere lo stress ossidativo e fornire ossigeno on demand. Ovvero, solo per quanto serve alle cellule.
CELLFOOD®, brevetto internazionale scaturito dal genio dello scienziato Everett Storey negli anni Cinquanta, scinde le molecole d’acqua in ossigeno e idrogeno e le rende disponibili in modo illimitato per le cellule.
42 anni di ricerca, per un integratore unico al mondo, noto anche come Deutrosulphazyme, che trova applicazione in patologie che vanno dall’invecchiamento cellulare all’insorgenza di disordini cronico-degenerativi, quali aterosclerosi, neurodegenerazione e neoplasie. CELLFOOD® è una formula altamente concentrata contenente 78 elementi e minerali in forma ionica e colloidale presenti in tracce, combinati con 34 enzimi e 17 aminoacidi, il tutto sospeso in una soluzione di solfato di deuterio. La miscela è ricavata da alghe rosse che vivono in ecosistemi marini incontaminati, i cui elementi vengono estratti criogenicamente. I minerali contenuti in CELLFOOD® coprono quasi l’intera tavola periodica e comprendono quelli dotati di potenziale azione antiossidante.
Cellfood drena, purifica, disintossica. Lavora sulla ristutturazione dei mitocondri, i motori delle cellule.