Formula Cellfood – un nutraceutico con evidenza scientifica

LA FORMULA CELLFOOD – UN PARTICOLARE NUTRACEUTICO DOTATO DI EVIDENZA SCIENTIFICA

Mauro Miceli
Consulenza Scientifica Epinutracell

Vi sono molti supplementi nutrizionali in commercio che vantano determinate proprietà alcune delle quali non hanno un adeguato supporto scientifico. Voglio parlarvi di una formulazione particolare che ho conosciuto la bellezza di 25 anni fa ovvero nel momento in cui venne per la prima volta importata distribuita in Italia.
A quel tempo era nota come formula di Everett Storey, dal nome dello scienziato che l’aveva messa a punto qualche decennio prima, e commercialmente distribuita come Cellfood, nome che conserva anche attualmente.
Ma cosa aveva di particolare questa formulazione?
In primis il motivo per cui veniva proposta ovvero garantire una efficiente ossigenazione a livello cellulare. Sappiamo che l’ossigeno è di fatto il primissimo nutriente necessario alla vita della cellula e che nei nostri fabbisogni nutrizionali è dato come scontato, visto che senza di esso una non ci sarebbe vita. Tuttavia la quota di ossigeno che può garantire alla cellula funzionamento ottimale fa la differenza: tramite la circolazione sanguigna, che In un individuo normale, che vive a livello del mare (l’altitudine può infatti modificare i valori) la pressione parziale dell’ossigeno deve essere almeno maggiore di 80 mm di Hg e la saturazione dell’ossigeno per l’emoglobina deve essere del 95-100%, al fine di garantire un apporto adeguato a livello intracellulare.
Per valori inferiori si può parlare di uno stato di ipossia o carenza di ossigeno a livello tissutale, che può essere più o meno grave in virtù delle condizioni cliniche che l’hanno causata. In ogni caso importanti ricerche avvenuti negli ultimi 25 anni hanno stabilito come anche uno stato di ipossia cellulare permanente e non sempre clinicamente rilevabile possa portare il tempo a danni di condizioni fisiopatologiche importanti causa l’espressione del fattore indotto dall’ipossia o HIF, scoperte che hanno determinato l’assegnazione del premio Nobel per la Medicina nel 2019.
Per tale motivo risulta sempre necessario garantire un ottimo livello di ossigenazione tissutale e per questo motivo la formulazione Cellfood può costituire supplemento essenziale e ben adeguato a questo scopo.
Quando arrivò in Italia chi sta scrivendo la vedeva inizialmente come una specie di scatola nera essendo la formula coperta in buona parte da brevetto e quindi ha effettuato studi in vitro ed ex vivo sul sangue di pazienti selezionati per accertarsi della capacità di saturazione dell’ossigeno espletata dalla formula, fatto che venne anche confermato dal confronto con altri colleghi e colleghe che avevano eseguito studi di ossimetria su diversi pazienti.
Ma la svolta è accaduta dal 2008 quando Giorgio Terziani, colui che ha creduto per primo e importato dagli USA la formulazione, su personale spassionato consiglio decise di affrontare la verifica del prodotto a livello di ricerca universitaria e, dopo un primo studio che accertò le proprietà del preparato nel contrastare la sintomatologia tipica della fibromialgia eseguito dal gruppo del Prof Marcolongo dell’Università di Siena, in seguito si affidò al team di ricerca del professor Canestrari dell’Università Carlo Bo di Urbino per verificare l’attività antiossidante e protettiva cellulare della formula, tramite un protocollo sperimentale dettagliato e rigoroso, ottenendo ottimi risultati e pubblicati su una quotata rivista scientifica di tossicologia.
Ma allo stesso tempo venne affidato al gruppo di ricerca diretto dalla professoressa Ferrero del Dipartimento di Patologia dell’Università di Milano uno studio analogo condotto sulle cellule endoteliali da cordone ombelicale ottenendo non solo risultati analoghi e paralleli a quelli dell’Università di Urbino ma addirittura verificando anche altri parametri importanti tra cui proprio il controllo dell’espressione del fattore HIF con tutte le sue implicazioni fisiopatologiche, che riguardavano soprattutto il controllo dello switch metabolico o “effetto Warburg” che può verificarsi in stati di ipossia cellulare e che sono particolarmente importanti per lo sviluppo e progressione della patologia tumorale.
Ebbene un ulteriore ampliamento di questi importanti dati è stato successivamente ottenuto dall’Istituto Tumori regina Elena dell’Università di Roma dove un gruppo di ricerca, in collaborazione anche in quello di Urbino autore dello studio sopra menzionato , ha confermato l’efficacia esercitata dalla formulazione Cellfood su modelli sperimentali di tumori sia liquidi che solidi, non sono confermando i dati di Milano ma applicandoli a varie linee cellulari tumorali. Interessante dire che anche quest’ultimi studi hanno confermato ciò che Milano aveva visto ovvero l’azione biologica di controllo che i componenti della formula esercitavano sull’espressione del fattore indotto dall’ipossia in tutte le sue conseguenze e soprattutto la capacità di ripristinare una respirazione mitocondriale evitando lo switch metabolico tipico che può verificarsi in situazioni di importanti stati di ipossia.
Chiaro che questo sia le basi per poter utilizzare la formula non solo in varie situazioni in cui essere preconizzata e consigliata, ma anche come prevenzione e in supporto alla patologia neoplastica in affiancamento alla chemio radioterapia considerazioni che poi sono state anche pubblicate dai ricercatori dell’ultimo studio citato in un importante rassegna di oncologia sperimentale in conclusione posso affermare quindi che da quella famosa scatola nera nutrizionale arrivata l’Italia alla fine degli anni 90 adesso possiamo disporre di dati scientifici confermati da tre laboratori diversi e indipendenti che ne supportano in modo razionale di impiego in tutte le situazioni in cui è richiesto soprattutto un supplemento di ossigeno a livello cellulare con l’ausilio di tutti i componenti della formula necessario rispettare tempo stesso una efficace azione antiossidante e protettiva della cellula.
Tutte queste pubblicazioni possono essere reperite su MEDLINE, la biblioteca biomedica mondiale elettronica, e sinceramente credo che difficilmente una formulazione nutraceutica possa vantare di un numero di report scientifici dedicati a dimostrarne le proprietà e l’efficacia come nel caso della formula Everett Storey, perciò non più “scatola nera” ma di fatto un preparato fondato sull’evidenza scientifica, come dovrebbe essere definito Cellfood.