Metteresti sostanze tossiche nel tuo acquario?

Chiunque possegga un acquario, saprà quanto è delicato l’equilibrio che mantiene i pesci in salute. In primis, ci vuole ossigeno! E luce. In secondo luogo, periodicamente l’acquario va pulito da scorie e impurità. Altrimenti, il pesce muore.

Cosa accadrebbe se gettassimo sostanze tossiche nel nostro acquario?Eppure, ogni giorno, in maniera silenziosa, decine di sostanze tossiche si accumulano nel nostro organismo.

Particolato, metalli pesanti, interferenti endocrini come ftalati e bisfenolo o PFAS, pesticidi, conservanti, emulsionanti, coloranti.

Ogni giorno, siamo preda di stress, fattore che ha una caduta fisiopatologica notevole sull’organismo.

In più, si aggiungono fattori come i campi elettromagnetici, ormai pervasivi nel nostro ambiente: un elemento non irrilevante, considerando le caratteristiche del nostro DNA e il fatto che siamo fatti per oltre l’80% d’acqua.

Il DNA non è immutabile: al 90% cambia su pressione dei fattori ambientali

Siamo sempre stati convinti che il DNA fosse immutabile, ma non è così: la scienza una ventina di anni fa ha scoperto che il DNA non è il nostro destino. Solo una piccola parte di esso è immutabile, dal 2 al 10% massimo: il resto comunica con l’ambiente e muta quotidianamente. Persino l’allenamento sportivo è in grado di far mutare il nostro DNA!

Beninteso, non cambia la sequenza dei geni: cambia la loro espressione.

Segnali dannosi provenienti dall’ambiente causano disarmonia, quindi il corpo umano risponde di conseguenza cambiando il fenotipo!  Senza alterare il genotipo. Questo cambiamento si riflette nella nostra fisiologia.

Il dogma centrale della biologia è cambiato: ora è il tempo della scienza epigenetica

Il nostro organismo è una macchina che produce energia traendo ossigeno dall’aria e idrogeno dal cibo per ricavarne ATP, adenosina trifosfato, la base di tutti i processi metabolici.

Ma che aria respiriamo? E che cibo mangiamo? La quantità di veleni è tale che il nostro acquario si addenserebbe di sostanze tossiche.

Inoltre, non abbiamo una quantità di geni così vasta da coprire tutte le proteine che servono: uno stesso gene può sequenziare proteine diverse. Cosa determina la produzione o meno di quella proteina?

Ebbene, la scienza ha scoperto che è proprio il rapporto con l’ambiente a  veicolare le informazioni necessarie alla produzione di questa o quella proteina. A determinare l’espressione di oltre il 90% dei nostri geni.

Le sostanze tossiche del nostro acquario hanno un impatto sulla longevità

Perciò, gli inquinanti hanno un impatto immenso sulla nostra vita, salute, longevità.

Un altro fatto interessante è che il DNA non riporta, codificate, informazioni sull’invecchiamento: le cellule del nostro corpo si rinnovano a spezzoni, alcune come quelle della pelle mutano ogni mese, altre come gli osteoblasti delle ossa ci mettono otto, nove anni, quelle intestinali si ricambiano dopo circa 15 anni.

Ma allora se il corpo si rigenera a tratti, perché nel suo complesso invecchia?

Le mutazioni del DNA e le riprogrammazione delle cellule sono al centro del problema longevità e delle riflessioni degli scienziati.

Per ora, sappiamo che possiamo fare qualcosa di certo per migliorare la qualità della nostra vita: ovvero, ripulire l’acquario, detto metaforicamente.

Come mangiamo, pensiamo, viviamo sono fattori su cui possiamo intervenire.

L’epigenetica: il nostro navigatore per la longevità e la salute

Cosa sta impattando sul nostro organismo? Quali sono le sostanze tossiche che stanno inquinando “l’acquario”? Le nostre cellule hanno abbastanza ossigeno? Abbiamo carenze forti di vitamine, amminoacidi, antiossidanti, minerali? I campi elettromagnetici stanno scompensando la nostra biologia?

I fattori ambientali non sono gli stessi di 100. 200 anni fa. L’accumulo produce il cosiddetto Body Burden, ovvero il carico che mettiamo sul nostro corpo.

Il problema di questo accumulo si chiama infiammazione cronica silente: un processo di cui ci accorgiamo solo con l’evidenza della malattia.

L’ossigeno, a questo proposito, risulta fondamentale per il benessere del sistema corpo: esso è il carburante delle nostre cellule. La sua mancanza produce una condizione di ipossia, che è alla base delle patologie degenerative e del famigerato stress ossidativo, che poi è uno dei principali generatori di infiammazione.

Possiamo fare qualcosa e ripulire l’acquario (non solo quello dei pesci)? La risposta è si

Oggi, grazie all’intelligenza artificiale e alla biofisica, la scienza ci consente di analizzare il nostro organismo con tecnologie nuove veloci, non invasive e  certificate. Come, ad esempio, la tecnologia SDrive, un test dei marcatori epigenetici che in soli 15 minuti, a partire dal bulbo di 3 o 4 capelli, ci offre un check up totale dell’organismo.

Possiamo avere in pochi minuti uno screening di tutto il sistema corpo, inclusa l’infiammazione, lo stress ossidativo, il benessere cellulare. Possiamo sapere se siamo in carenza di ossigeno e integrarlo grazie alla nutraceutica. Siamo in condizione di vedere se i nostri sistemi endocrino, immunitario, gastro intestinale, cerebrale, adrenergico, cardiovascolare sono in equilibrio o meno.

Perché la patologia, in fondo, nasce dalla rottura dell’equilibrio cui ogni sistema in natura tende.

La scienza epigenetica ci dà modo di comprendere il problema e la tecnologia ci offre le soluzioni.

La longevità è, prima di tutto, rigenerazione dell’organismo. Non esiste un “anti” aging: esiste un sistema “pro” vita, pro salute, per rallentare l’invecchiamento che, come dice l’esperto di medicina rigenerativa Francesco Balducci, “è una malattia. La vecchiaia è il calo della capacità di risposta alle sfide ambientali, si diventa fragili”.

Oggi, possiamo reagire e aggiungere anni alla vita (e alla giovinezza).